Tornato ieri sera da Vedrò a cui ho partecipato al gruppo di lavoro “Lobbisti per caos”.
Due giornate intese di discussioni ed approfondimenti con molti colleghi (e non).
Tema centrale è stato la necessità o meno di una normativa che regolamenti il rapporto tra gruppi d’interesse e processo decisionale.
E se sì, di che tipo.
Ovviamente tante posizioni, tra loro diverse.
Mi è stato chiesto di introdurre la seconda giornata spiegando, (in qualità di lobbista “anziano”), più nel dettaglio il mio lavoro.
Mi sono rifatto alla definzione di lobbying che ho elaborato per il libro.
un processo, realizzato da un soggetto rappresentativo di un interesse socialmente legittimato, finalizzato ad influenzare gli orientamenti e le scelte del decisore pubblico e dei suoi influenti.
Una definizione che ritengo essere esaustiva e che permette di inquadrare il lobbying nella giusta prospettiva, senza relegarlo alla mera attività di rappresentanza di interessi economici.
Gli altri punti che ho particolarmente stressato nei miei interventi sono stati:
– la necessità di dare maggiore importanza ai “contenuti” rispetto alla mera “relazione”: lobbying è uno scambio di informazioni la cui bontà dipende proprio da quanto il lobbista (e gli interessi che rappresenta) elabora e approfodisce;
– lobbying è profonda conoscenza del processo decisionale, altrimenti ricadiamo nel vecchio vizio di affidarsi “all’amico dell’amico”;
– lobbying significa anche trasmettere efficacemente i messaggi ad un pubblico selezionato di interlocutori;
– la normativa è essenziale proprio per fare chiarezza sulla nostra attività.
Il moderatore (Alberto Castelvecchi) ha proposto di dare continuità al lavoro con una serie di appuntamenti in autunno per chiudere quello che poi dovrebbe diventare un documento non solo di studio ma anche di advocacy.
Grazie a tutti i partecipanti (menzione particolare al sottosegretario Laura Ravetto che ha seguito tutti i lavori del gruppo, cosa non usuale), al moderatore e al Prof. Pierluigi Petrillo per aver inquadrato in modo molto efficace le varie possibilità normative anche sulla base del confronto con quanto accade in altre realtà giuridiche.
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