Una decina di giorni fa ho visitato Expo.
Ecco alcune considerazioni in ordine sparso.
Cominciamo col dire che a me è piaciuto. E molto.
Non che rappresenti un campione attendibile: sono un ragazzo semplice che si emoziona ancora con poco.
Comunque…
Si raggiunge in modo semplicissimo.
Io ci sono arrivato con il trenino della Trenord dalla Stazione Garibaldi. Tante indicazioni in italiano ed in inglese, 20 minuti di viaggio, costo 2 ero e 20 centesimi.
Mi dicono che è più o meno la stessa cosa se uno prende la metro.
Capisco le dichiarazioni dei tassisti molto critici sull’afflusso dei turisti…. ma francamente prendere il taxi per andare a Rho è una perdita di tempo e di soldi.
Una volta entrati l’impressione è che ci troviamo di fronte ad un’opera gigantesca.
Il “decumano” è immenso, tantissimi i padiglioni tutti segnalati in modo impeccabile.
Quindi, per evitare l’effetto turista giapponese sperduto nel centro di Roma…. il consiglio è avere già una propria idea di cosa vedere e cosa saltare.
Avevo poco tempo quindi ho cercato di concentrarmi su pochi padiglioni.
Il primo, imperdibile, è quello delle Nazioni Unite (il c.d .Padiglione Zero).
Stupisce grandi e bambini dal momento che il contenuto (molto serio) si presta a molteplici livelli di lettura.
Anche quello austriaco merita una visita: hanno ricreato un ambiente alpino ad impatto zero.
Il tragitto è molto breve ma sicuramente suggestivo.
Escluderei la Thailandia. Personale molto gentile, la visita consiste nell’assistere a tre video molto spettacolari sull’agricoltura, la natura e il cibo di quel Paese.
L’ultimo video è dedicato a quanto fatto dal loro Re per lo sviluppo agricolo. Il regista doveva essere della Corea del Nord, vista l’esaltazione del personaggio.
Comunque ho preso nota. Semmai dovessi decidere di fare un video promozionale della FB & Associati lo stile dovrà essere quello.
Padiglione cinese. Molto bello da fuori ma i contenuti non mi hanno impressionato. Anzi.
COOP. Hanno ricreato un supermercato tecnologicamente avanzato. Sui display touch puoi vedere tutte le info del prodotto.
Brillante anche l’idea del servizio di spedizione. Paghi alla cassa e poi vai in un corner della DHL che ti manda quanto acquistato dove vuoi.
Comunque non mi ha particolarmente colpito. Anzi. Pare che ci sia anche un’altra parte (che evidentemente mi è sfuggita) dedicata alla logistica.
Vietnam. Nulla di che. A parte essere deliziati dalle prove acustiche di un cantante vietnamita. Bello comunque il bambù che avvolge l’intera struttura.
Cascina Triulza. E’ la parte “alternativa” di Expo in cui la c.d. “società civile” espone le proprie idee.
Ci sono andato per “par condicio” dal momento che, dopo, volevo visitare il padiglione della Coca Cola….
C’era poco o nulla. Non che mi aspettassi molto di più.
Il padiglione della Coca Cola è invece molto bello.
La mostra dedicata ai 100 anni della bottiglia Contour vale senza dubbio la pena anche per chi non beve il contenuto.
Padiglione Italia.
A me è piaciuto sia dal punto di vista architettonico che contenutistico.
Molto bella la prima sala dedicata alla potenza del saper fare dove 21 personaggi (sconosciuti ai più) raccontano le loro storie.
Suggestive le sale a specchi dedicate alle bellezze ambientali e storico culturali del nostro Paese.
Infine il Brasile.
A cui si accede o attraverso una comoda passerella in legno oppure salendo su una rete sospesa.
Come tutti ho scelto la rete, nonostante la giacca e cravatta….
Il padiglione è comunque molto bello.
Avevo poche ore a disposizione ma quello che ho visto valeva veramente la pena.
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