Ne avevamo già parlato in un post precedente.
Il Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, ha presentato un proprio decreto ministeriale per regolamentare l’attività dei gruppi d’interesse che si relazionano con il suo Ministero.
Ho letto il testo del decreto.
Alcune considerazioni di merito.
L’impianto normativo prevede la costituzione dell’Unità per la Trasparenza (UpT), coordinata dal Capo di Gabinetto, con il compito di gestire l’intera procedura prevista dal decreto. Nella sostanza:
- cura la redazione di un elenco dei gruppi d’interesse e la sua pubblicazione sul sito internet del Ministero;
- comunica tempestivamente agli iscritti al registro l’avvio della procedura di consultazione per gli atti per i quali si prevede l’Analisi dell’Impatto della Regolamentazione (AIR);
- gestisce la partecipazione degli interessi, raccogliendone i contributi e, se del caso, procedendo a delle audizioni;
- riceve ulteriori suggerimenti, proposte e studi;
- si coordina con i gruppi d’interesse per raccogliere le loro relazioni annuali prevedendo, in caso di inottemperanza, la loro cancellazione dall’elenco.
Questi, in estrema sintesi, i punti principali del provvedimento.
Il testo è certamente ben fatto e meditato.
A capo dell’Unità per la Trasparenza è stato nominato il Prof. Pierluigi Petrillo che conosco da tempo: serio e competente, ha studiato in maniera approfondita la legislazione anche internazionale sui gruppi d’interesse.
Si tratta, ovviamente, di un provvedimento “parziale”.
Nulla è previsto, infatti, per quanto riguarda gli incontri tra gruppi d’interessi e decisori (politici e non) del Ministero. E, ricordo, che l’incontro “de visu” è lo strumento più utilizzato per trasferire messaggi ed informazioni.
E’, quindi, un piccolo passo avanti per una regolamentazione più ampia e completa.
Il rischio, altrimenti, è che la frammentazione normativa della disciplina dei gruppi d’interesse, già avvenuta a livello locale, si trasferisca anche al “centro”.
Se, infatti, l’esempio del Ministero per le Politiche Agricole fosse seguito autonomamente da altri Dicasteri e dalle due Camere, ci troveremmo di fronte ad una selva di norme, registri, elenchi, procedure che renderebbe più difficile, se non impossibile, l’attività dei gruppi d’interesse.
Mettendo così a serio rischio la trasparenza dell’intero sistema.
Diventa quanto mai urgente, dunque, il varo di una normativa “quadro”: chi meglio della Presidenza del Consiglio potrebbe, a questo punto, prendere l’iniziativa e farsi promotrice di un provvedimento che appare, a questo punto, ormai necessario?
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