Non sono mai stato un tifoso “da curva”.
Il calcio l’ho sempre seguito in modo distaccato.
Avevo dieci anni quando, con i suoi gol, Giorgio Chinaglia, scomparso ieri, ci regalò il nostro primo scudetto.
Una vita travagliata la sua, fatta di luci ed ombre.
Come, del resto, quella della Lazio. E dei suoi disgraziati tifosi, come il sottoscritto…
Però l’emozione di quella domenica (12 maggio 1974, Lazio – Foggia 1 a 0 con rigore di Chinaglia e scudetto matematicamente conquistato con una giornata di anticipo), l’unica che abbia passato con la radiolina attaccata all’orecchio, ancora me la ricordo.
Dalla terrazza del Pincio, Roma mi sembrava ancora più bella.
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