Continua, quasi da sfinimento, la telenovela dei maggiori partiti impegnati nella definizione della nuova legge elettorale.
La tentazione di PDL e UDC è quella del ritorno ad una forma di proporzionale.
Per l’UDC non è una novità: per contare davvero, il c.d. “terzo polo” deve essere rappresentato adeguatamente in Parlamento. Solo un sistema proporzionale garantirebbe questa possibilità.
Per il PDL invece, un ritorno al proporzionale significherebbe “salvarsi” dall’esito (evidenziato da molti sondaggi) presumibilmente negativo della prossima tornata elettorale. Il distacco dal PD è di circa 7/10 punti. Con un sistema maggioritario non ci sarebbe partita. Con il proporzionale, sia pure corretto, significa rimanere in gioco per la formazione del nuovo governo.
L’asse quindi UDC – PDL sembra stringersi attorno al PD su una proposta che, pare, preveda:
– sistema proporzionale;
– 5% di sbarramento;
– liste bloccate (1/3);
– preferenze (2/3);
– circoscrizioni elettorali più piccole per la Camera;
– ripartizione su base elettorale (come l’attuale legge) al Senato;
E, forse, un premio di maggioranza al primo partito ma non superiore al 10-12%.
Se questa fosse la nuova legge elettorale e se prendiamo per buoni i sondaggi effettuati emergerebbe un Parlamento in cui per formare un nuovo governo si dovrebbe trovare un accordo tra il partito che vince le elezioni e tutti gli altri necessari a raggiungere un’adeguata maggioranza parlamentare.
L’indicazione del premier sulla non avrebbe così alcun significato.
E conseguentemente le primarie, con buona pace di Renzi.
È vero che Bersani oggi ha tuonato contro una bozza di questo genere… ma è vero anche che, all’interno del suo partito, ci sono molti esponenti che vedono favorevolmente la fine del bipolarismo.
Perchè di questo si tratta. Di chiudere una stagione politica e di tornare al “vecchio”.
Io spero ancora in uno scatto d’orgoglio da parte dei molti “bipolaristi” presenti nei vari partiti.
Da cittadino non mi rassegno: vorrei andare a votare per un partito che, da solo o in coalizioni con altri definite PRIMA delle elezioni, in caso di vittoria possa avere i numeri per governare.
Il contrario di quanto prevede l’attuale bozza in discussione.
Lascia un commento