Missione compiuta, titola a tutta pagina Il Giornale, il quotidiano più vicino al PDL.
Sulla stessa linea Libero.
Quindi è logico dedurre che il Consiglio dei Ministri di ieri ha prodotto come risultati politici:
1) l’affermazione del PDL che sull’abrogazione dell’IMU aveva puntato durante la campagna elettorale e in questi mesi;
2) un consolidamento del Governo Letta che, proprio grazie alla capacità di medizione del premier, ha superato un ostacolo che rischiava di risultare insormontabile.
Di conseguenza tra gli “sconfitti” di questa partita ci sarebbero il PD (che puntava al “superamento” dell’IMU) e Scelta Civica (le ultime dichiarazioni di Monti, contrario all’abrogazione sono eloquenti).
Ma Stefano Fassina, Viceministro dell’Economia ed esponente dell’ala sinisra del Partito Democratico, in un post sull’Huffington Post, propone una lettura diversa.
Difende innanzi tutto il compromesso raggiunto. In un Governo frutto di circostanze eccezionali i risultati possono essere conseguiti solo attraverso la mediazione dei differenti valori e interessi dei partiti che compongono la maggioranza.
La sintesi politica dunque diventa l’unico modus operandi possibile.
Condividiamo parola per parola.
Ma Fassina scrive anche altro:
1) l’IMU è abolita ma NON la tassa sulla prima casa. Che, attraverso la service tax (o meglio “Taser”, Tassa sui servizi comunali) manterrà una connotazione patrimoniale.
2) devono essere reperiti, nella legge di stabilità, almeno altri 2.4 miliardi di euro per cancellare l’ultima rata dell’IMU di dicembre. Fassina prevede un anticipo della TARES almeno per i proprietari di case di maggiore valore.
Ma probabilmente questo non basterà. E questo aspetto rimane una grande incognita.
Inoltre, aggiungo molto modestamente, siamo sicuri che le coperture previste per la cancellazione della prima rata siano sufficienti?
La prima trache deriverebbe dal pagamento di 10 miliardi di euro che lo Stato deve alle imprese. Attraverso il pagamento dell’IVA e di altre tasse, lo Stato rientrebbe di circa 1 miliardo.
Calcoli che saranno sicuramente precisi ma che mantengono un certo grado di incertezza.
Ancora più aleatoria è la cifra che il Governo prevede di ottenere dalla sanatoria che propone alle società concessionarie di slot machine, con cui è da anni in causa. Se queste decidono di pagare entro metà novembre il 25% della somma dovuta, chiudono il contenzioso.
Ma se non lo fanno scatterebbe, forse, l’aumento della tassa sui giochi. Di quanto, ovviamente, non è dato sapere.
Terza ed ultima tranche sono i tagli alla spesa pubblica. Servono almeno 700 milioni.
Tutto questo SOLO per la prima rata.
Quindi: l’IMU è stata abolita. Ma le coperture sono da verificare per la prima tranche e da trovare per la seconda.
La tassa sulla casa rimane. L’IVA, quasi sicuramente, aumenterà.
La legge di stabilità sarà il vero banco di prova della tenuta dei conti pubblici. Al netto delle (giuste) dichiarazioni propagandistiche dei vari partiti.
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