Nel Parlamento inglese continua la discussione sul nuovo testo di regolamentazione del lobbying proposto dal governo Cameron ed in particolare dal Ministro per le Riforme Istituzionali Chloe Smith.
The Transparency of Lobbying, Non-Party Campaigning and Trade Union Administration Bill, questo è il titolo.
Testo che ha sollevato un’ondata di critiche da parte di aziende, agenzie, ong.
Insomma pare che a quasi tutti i gruppi d’interesse il nuovo dispositivo normativo non piaccia proprio.
I punti controversi sono:
– l’attività di lobbying che si prende in considerazione è relativa solo ai contatti con i Ministri e con i vertici della Pubblica Amministrazione (senior civil servant). In buona sostanza con l’Esecutivo. Quindi il lobbying parlamentare rimane fuori dall’obbligo di iscrizione, così come tutti quegli incontri e contatti con gli altri membri di rango inferiore della PA;
– il registro è affiancato dall’obbligo di pubblicazione degli incontri tra i Ministri e le segreterie permanenti con i gruppi d’interesee. Questo rende superfluo l’iscrizione al registro per i lobbisti “in house” dei grandi gruppi industriali. In pratica si applica solo ai lobbisti consulenti.
– i costi della tenuta del registro saranno a carico degli iscritti, quindi delle agenzie di lobbying e/o dei singoli consulenti. Che secondo le stime del Governo sono oltre 700, mentre a detta degli interessati il numero non supera il centinaio.
Una parte della normativa inoltre è dedicata al finanziamento della politica.
Anche in questo caso le opinioni sono discordanti.
Su di un punto in particolare: il limite inderogabile di spesa (se si supera si commette un reato penale) di 390.000 sterline per quanto riguarda campagne che possono influenzare elezioni europee, nazionali e locali.
A schierarsi contro è, questa volta, l’organismo di rappresentanza delle organizzazioni di volontariato.
La definizione di “campagne” , nel testo proposto dal Governo, sarebbe così ampia da comprendere le attività di advocacy che, quasi quotidianamente, sono svolte proprio dalle ONG.
E che, proprio in occasioni di appuntamenti elettorali, si rafforzano nel tentativo di inserire nell’agenda politica i temi che stanno a loro a cuore.
La conseguenza quindi sarebbe il depotenziamento della capacità di comunicazione di TUTTE le organizzazione di volontariato.
A sostegno di queste tesi critiche si sono schierati i Laburisti.
Proponendo numerosi emendamenti.
Tutto da seguire.
Lascia un commento