Casi della vita.
Manco da Bruxelles da molto tempo e, sullo stesso aereo, incontro Federico, uno dei miei migliori amici. Partecipa ad un gruppo di ricerca internazionale (Federico è un anestesista di chiara fama, nonostante le amicizie) che si riunisce proprio nella ridente capitale belga.
Il mio programma per le due ore successive (la durata del volo), è il seguente: leggere alcuni documenti e definire la mia introduzione all’evento oggetto del post precedente. Ovviamente ne è uscito drasticamente stravolto dall’eloquenza di Federico.
Ma come, ci incontriamo per caso in aereo, e noi vuoi parlare con me?!?!?
Anche la controparte, dopo tanti anni, ormai si è rassegnata a lasciarmi stare durante i nostri viaggi in aereo.
Lui, Federico, ovviamente no. Utilizzando la tecnica più subdola: la lettura del giornale con commento a voce alta…. con annessa la richiesta di pareri!
Vabbè, ripongo la penna, chiudo l’IPAD e i vari fogli con gli appunti, e trascorriamo due ore piacevolissime di puro cazzeggio.
La promessa (minaccia) è di rivederci a cena anche con Stefania, una nostra compagna del liceo che vive, da anni, tra Bruxelles e Roma.
Ristorante carino, tipico belga.
Venti minuti (almeno) per ordinare, con la povera cameriera che ci guardava tra il divertito e lo sconsolato: richieste di spiegazioni, variazioni al menù, incertezze sulle scelte, modifica delle comande, una discussione tra vino e birra (abbiamo vinto noi, quelli della birra 3 a 1. L’uno era Federico, ovviamente).
Superato lo scoglio, la serata è stata molto molto divertente.
Penso anche per l’autore della foto, il povero Luca, l’unico lontano dai 50 della serata.
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