A costo di ritornare sullo stesso argomento, la c.d. “manovrina”, presentata ieri dal Ministro Fabrizio Saccomanni, desta qualche perplessità.
L’obiettivo è quello di abbassare dello 0,1% il rapporto deficit/PIL, salito al 3,1, rispettando così i paramentri europei.
L’ammontare complessivo della manovra è di 1 miliardo e 600 milioni di euro.
I miliardo e cento milioni è coperto dai tagli ai Ministeri e dalla riduzione dei fondi ad Enti Locali.
Ora, quasi tutti i provvedimenti di natura fiscale, varati dal Governo Letta, prevedono tagli alla Pubblica Amministrazione. Ad ogni “taglio” se ne agiunge un altro.
Ma fino a quando è possibile “tagliare”?
I restanti 500 milioni sono ricavati dalla vendita di immobili dello Stato alla Cassa Depositi e Prestiti che a sua volta, nei tempi e nei modi che riterrà opportuni, immeterà sul mercato immobiliare.
Quindi lo Stato “vende”a se stesso una parte del suo patromonio immobiliare per poi, in futuro, ricollocarlo (quindi venderlo sul serio) sul mercato.
Alcuni (pochi) commentatori hanno parlato di “gioco delle tre carte”.
A me sembra di (ri)vedere le sfilate militari del “ventennio”, quando la stessa formazione di carri armati o aerei veniva riproposta con colori diversi, per dimostrare la forza delle nostre forze armate. In realtà molto scarsa.
Tagli, vendite fittizie. Riproposti più volte per far tornare, almeno sulla carta, i conti.
Incombe inoltre la legge di stabilità.
Un dato è chiaro: se il prossimo anno il PIL non aumenta in modo sensibile si apriranno delle voragini nei nostri conti pubblici.
Non era meglio tenersi l’IMU???
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