Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 19/06/2015 & archiviato in In evidenza, Politica

Amministrative, seconde preferenze e Italicum: le riflessioni del Prof. D’Alimonte

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Oggi, su Il Sole 24 Ore, c’è questo articolo del Prof. D’Alimonte che esprime alcune riflessioni sull’andamento del voto alle ultime amministrative traendone considerazioni molto interessanti sull’Italicum.

D’Alimonte ripercorre il ragionamento dell’intervento che ha svolto al nostro evento di mercoledì scorso.

I sistemi elettorali condizionano l’offerta politica (o almeno dovrebbero farlo se i partiti che si presentano alle elezioni hanno intenzione di competere per vincere e non per fare una semplice testimonianza).

Se si vota con un sistema ad un turno secco vince chi ottiene semplicemente più voti e cioè il candidato che riesce a coagulare una maggioranza relativa più ampia.

E’ il caso di Toti in Liguria o della Marini in Umbria.

Se invece si vota con un sistema a doppio turno (quindi con il ballottaggio) scattano altre dinamiche.

La più importante è quella della “seconda preferenza”.

E cioè quale partito (o meglio quale candidato) gli elettori sono disposti a votare se la propria prima scelta non accede al ballottaggio.

E’ l’esempio di Venezia.

Al primo turno il risultato è questo:

Felice Casson (centro sinistra): 46.300 voti pari al 38.01%

Luigi Brugnaro (centro destra): 34.805 voti pari al 28.57

Davide Scano (MsStelle): 15.351 voti pari al 12.60%

Gian Angelo Bellati (Lega): 14.484 voti pari all’11.89%

Se si fosse votato al primo turno, a parità di offerta politica, Casson avrebbe vinto facile.

Al secondo turno invece il risultato viene completamente ribaltato.

Brugnaro vince con 54.405 voti (53,2%) con un saldo attivo (rispetto al primo turno) di quasi 20.000 voti

Casson ne ottiene 47.838 (46,8%), quindi con un saldo attivo di 1.500 voti.

In sostanza Brugnaro era considerato una possibile “seconda scelta” da migliaia di elettori che, al primo turno, avevano votato un altro candidato.

Mentre Casson no. E’ stato bravo a portare al voto i “suoi” elettori ma non è riuscito ad ampliare il proprio consenso in maniera significativa.

Il discorso si fa più interessante in ottica nazionale. Perché l’Italicum, se non modificato, prevede il ballottaggio tra le due liste se nessuna riesce ad ottenere il 40% al primo turno.

In questo caso sarà la variabile della “seconda preferenza” a determinare il risultato, indipendentemente dai rapporti di forza usciti dalle urne al primo turno.

Un risultato quindi che appare sempre più incerto e che ammutolisce i tanti commentatori che ritenevano la competizione elettorale ormai senza altri possibili sbocchi se non la vittoria del PD di Matteo Renzi.

 

 

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