Un contrattempo familiare mi blocca a casa fino alla tarda mattinata.
Oggi a Roma piove e quindi di prendere il motorino non se ne parla.
Inoltre c’è sciopero dei mezzi pubblici quindi mi rassegno ad una lunga attesa per trovare un taxi.
Utilizzo l’applicazione per smartphone per chiamarlo. Con sorpresa, dopo solo un tentativo fallito per mancanza di autovetture nelle vicinanze, mi arriva la corsa.
Il tassista è di una certa età e molto gentile.
Andiamo a Piazza Cardelli (l’indirizzo del mio ufficio). Quella piazzatta vicino a ….
Mi blocca subito
Ah dotto’. So benissimo dove sta Piazza Cardelli. So’ un tassista mica un tassinaro.
Sorrido.
Qual’è la differenza?
Semplice. Se c’è il navigatore è un tassinaro. Altrimenti è un tassista. Vede il navigatore, Lei?
Il navigatore non c’è, in effetti.
Vabbè ma mica conoscerà tutte le strade di Roma.
Dotto, bisogna capisse. Per me Roma è solo quella dentro le mura Aureliane.
Vorrei abbracciarlo. E’ la mia tesi, minoritaria, da sempre.
L’unico momento di tensione è stato quando abbiamo discettato se il quartiere dove vive lui (Trastevere, e dove altrimenti?!?!) può essere considerato Roma oppure no.
Io sono apparentemente irremovibile.
Ma è oltre il Tevere. Lì mandavano gli esiliati.
Ah dotto è un Rione, quindi è Roma.
Sorrido e alzo le mani. Ha ragione lui.
Ma la giornata, buia, triste e ventosa, ha assunto un significato diverso.
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