Archiviato, con qualche polemica, il voto delle primarie del PD, si inizia a delineare la campagna elettorale per eleggere il nuovo sindaco.
Schieramenti e candidati non sono ancora definiti, quindi l’offerta elettorale che i cittadini della Capitale si troveranno di fronte non è ancora completa.
Sarà un partita a tre. Ma le incognite sono tante.
Partiamo dai punti fermi.
Il Movimento 5 Stelle ha un suo candidato: Virginia Raggi. Avvocato e consigliere comunale uscente, dal 2011 nel Movimento. Che in questo momento gode di un largo consenso tra gli elettori. A Roma infatti, complice anche i disastri dell’amministrazione uscente, i sondaggi stanno premiando i pentastellati: 22-25% dicono i ben informati. Ma il dato è in crescita.
Il PD ha scelto Roberto Giachetti. Ex radicale, ex capo di gabinetto del Sindaco ai tempi della giunta Rutelli, parlamentare PD attento e preparatissimo dal punto di vista dei regolamenti, pasdaran di qualsiasi forma di sistema elettorale maggioritario, ultrà renziano.
Certo l’affluenza alle primarie è stata “bassina” ma considerando lo stato di salute del PD romano non ci si poteva aspettare di più. Il candidato sindaco gode anche dell’appoggio di gran parte della minoranza PD, un dato che certamente lo rafforza. Inoltre a suo sostegno si stanno coagulando “pezzi” di establishment politico, in passato anche lontani da PD. Ne è l’esempio di Umberto Croppi, uomo “forte” della Giunta Alemanno, e poi vicino a Marino.
C’è questa bella intervista sul Corriere della Sera di oggi che è illuminante.
Non so quanto questi endorsement facciano bene a Giachetti… che a mio modesto avviso ha qualche chance solo se dimostra di essere “altro” rispetto al PD romano e ai soliti “giri” della Capitale. Coerentemente con la sua storia personale, del resto. Comunque i sondaggi darebbero il PD attorno al 26-29%.
A destra il caos regna sovrano.
In realtà ci sono due candidati: i primo è Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, ex commissario a varie emergenze ( dal terremoto dell’Aquila, G8, ecc.).
Vicinissimo a Berlusconi che lo ha scelto personalmente come l’unica opzione possibile per rimanere in partita.
Ma la sua candidatura non decolla, minata dalle critiche della Lega di Matteo Salvini e dal tiepido appoggio di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni.
Il secondo candidato è un nome storico della destra romana: Francesco Storace. Ex Ministro e, soprattutto, ex Presidente della Regione Lazio.
La sua è, al momento, una “presenza” di bandiera.
Uno spreco visto che i sondaggi non sono così terribili. Perché se si sommassero le intenzioni di voto dei partiti di centro destra si arriverebbe attorno al 25%.
Il “centro” è presidiato da Alfio Marchini e la sua lista civica. Già candidato a Sindaco nelle precedenti elezioni (ha ottenuto un lusinghiero 9%) sembrava la persona ideale per il centro destra per costruire a Roma la stessa “operazione” politica che lo ha visto vincente a Venezia. Un candidato esterno ai partiti, sostenuto da un pluralità di liste “civiche”. Ma il veto della Meloni prima e alcune perplessità da parte di Forza Italia hanno affossato questa opzione.
Marchini sembra aver perso smalto ma ha tempo per rifarsi.
Ed infine, a rendere ancora più complicato il tutto, c’è l’area a sinistra del PD.
Affollatissima…
Primo Stefano Fassina (Sinistra Italiana), da tempo in campo.
A ruota l’ex Sindaco Ignazio Marino che, volutamente, non ha partecipato alle primarie del suo partito vagheggiando una sua candidatura diretta alle elezioni.
Scelta che lo porterebbe fuori dal PD, ma che, a questo punto, è solo un dettaglio.
Aggiungiamo poi l’incognita della candidatura di Massimo Bray, direttore della Treccani ed ex ministro della Cultura del governo Letta. Anche lui starebbe riflettendo.
Infine SEL che non ha ancora espresso un candidato ma che ci starebbe pensando.
Tanto punti interrogativi e nodi da sciogliere.
Qualsiasi sarà il candidato è evidente l’obiettivo comune: minare a sinistra la candidatura di Giachetti. Se infatti, questo agglomerato politico riuscisse a coagulare un ampio consenso, potrebbe conseguire il risultato di escludere il candidato PD dal ballottaggio. Il massimo risultato auspicabile dal loro punto di vista.
Ci vorrà ancora qualche giorno per comprendere come e se si comporrà il puzzle delle candidature.
Ma le profonde cicatrici lasciate da Mafia Capitale nel tessuto politico capitolino sono evidenti a tutti.
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