Oggi su Il Foglio, il direttore Claudio Cerasa lancia una grande mobilitazione per chiedere a Massimo D’Alema di candidarsi alle prossime elezioni.
Ha anche già trovato il nome alla lista: “L’altra Italia con Massimo”.
Tra il serio e il faceto l’articolo contiene alcune osservazioni:
1) il limite della sinistra è a quota 12 milioni. Sono gli elettori che nelle varie tornate nazionali hanno votato Ulivo o PD o le varie alleanze di centro-sinistra (il trattino è fondamentale).
2) Il dato spiega chiaramente che l’Italia è un paese tendenzialmente moderato. Per governarlo il bacino elettorale della sinistra non è sufficiente.
3) A questa situazione oggettiva si può rispondere con due strategie diametralmente opposte:
a) quella cara ai vari D’Alema, Bersani e ora forse Speranza è sostanzialmente questa: per governare occorre un partito forte di sinistra da collegare elettoralmente a uno (meno forte) di centro in grado di togliere consensi al centro destra.
b) quella di Veltroni prima e Renzi oggi che consiste nel realizzare compiutamente il progetto del PD: un partito di centrosinistra (senza trattino!) a vocazione maggioritaria.
Queste due strategie non sono più conciliabili.
Anche perché il nuovo sistema elettorale (fortemente voluto da Renzi), se non modificato, rafforza i partiti e non le coalizioni.
Per questo motivo è evidente che uno dei bersagli delle ultime esternazioni di D’Alema e della minoranza Dem non è solo Renzi ma anche l’Italicum.
Perché questo impedisce loro di coltivare ipotesi di rivincita elettorale relegando una eventuale lista “de sinistra sinistra” il ruolo di pura e semplice testimonianza.
Facendo perdere magari il PD di Renzi ma di fatto rinunciando a governare il Paese.
L’articolo è qui.
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