Quindi il quorum non è stato raggiunto.
Anzi la percentuale assoluta dei votanti, poco superiore al 31%, è alquanto bassina.
Come spesso accade nel nostro paese le polemiche si spostano sull’interpretazione dei numeri.
Il fronte referendario sostiene che comunque è stato un successo viste le “condizioni oggettive” in cui si andava a votare.
Renzi ed il suo Governo, da sempre contrari al referendum, rivendicano la vittoria.
Alcune considerazioni “oggettive” sono possibili, senza cadere in una lettura politica di parte.
1) Il fronte che ha cercato di politicizzare il quesito referendario in ottica anti governo ha fallito. Dai 5 Stelle, all’estrema sinistra, dalla minoranza democratica, alla Lega. Sconfitto anche il Governatore pugliese Emiliano che si era speso, e molto, nella campagna referendaria. Neanche nella sua Puglia il quorum viene raggiunto. Certo ha acquisto una forte visibilità mediatica, molti commentatori lo considerano come il vero possibile sfidante di Renzi al prossimo congresso del PD, magari alleandosi con Speranza. Ma i conti, alla fine, anche in politica, devono tornare. E questa volta sono stati chiari. Insomma il tentativo di dare una “spallatina” al Governo non è andato in porto. Ma questo non significa la fine delle ostilità, anzi.
2) Renzi ha vinto questa prima battaglia di un anno particolare. Fa bene a rivendicare il successo ma era anche l’ostacolo più facile da superare. Adesso ci sono le amministrative, dove il suo PD non è messo benissimo… Inoltre deve tenere conto che comunque 13 milioni di elettori si sono espressi, sia pure in forma indiretta, contro il suo operato. Segnale che denota un certo “affaticamento” nella capacità di governo (e quindi di comunicazione) del premier.
3) L’orizzonte politico prevede ad autunno la vera madre di tutte le battaglie: il referendum confermativo della riforma costituzionale. In quel caso Renzi dovrà spingere al massimo per un’ampia partecipazione che permetta una forte vittoria del SI. Il come Renzi si presenterà all’appuntamento dipende da un insieme di fattori solo parzialmente direttamente gestibili (risultati delle amministrative, ripresa o meno dell’economia, flussi migratori verso il nostro paese, ecc.). Ma è anche vero che, come tutti gli “animali politici”, Renzi riesce a dare il meglio in campagna elettorale. Da questo punto di vista prepariamoci a vederne delle belle.
4) Le decine di commenti che ho letto sul fatto che un Presidente del Consiglio non possa invitare all’astensione ad un referendum, oppure che questo atteggiamento, ritenuto dannoso per la democrazia, possa ritorcesi contro lo stesso Renzi al referendum confermativo della riforma costituzionale, mi lasciano perplesso per due motivi:
a) l’astensione è un’espressione legittima di volontà politica. Altrimenti non ci sarebbe stata la previsione di un quorum per considerare il quesito valido;
b) gli elettori dimostrano una capacità di lettura spesso superiore a quelli che li rappresentano. Sanno quindi benissimo se e quando andare a votare. Spetta semmai alla politica offrire loro le migliori opzioni possibili. Cosa che, qualche volta, non accade.
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