Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 16/05/2016 & archiviato in In evidenza, Politica

Grana parmigiana

Federico-Pizzarotti

Quindi il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti non demorde.

Anzi contrattacca, contestando la sospensione decretata nei suoi confronti dai vertici del Movimento 5 Stelle.

Solo nella giornata di ieri:

– ha partecipato ad una manifestazione elettorale in provincia di Reggio Emilia a sostegno del padre, candidato al Consiglio comunale nella lista del Movimento;

– è andato in televisione per ribadire la correttezza del suo comportamento;

– ha pubblicato on line l’avviso di garanzia ricevuto preannunciando che fornirà, entro i dieci giorni previsti, le controdeduzioni alla sua sospensione.

Insomma non molla.

Del resto Pizzarotti, il primo sindaco dei 5 Stelle alla guida di una città capoluogo di Provincia, ha da tempo un rapporto difficile con i vertici del Movimento.

Probabilmente da quando si è dovuto rassegnare ad accettare l’avvio di quell’inceneritore la cui chiusura era stato uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale.

Una volta eletto, infatti, il neo Sindaco si era dovuto arrendere all’evidenza: non c’erano strumenti giuridici per impedire il funzionamento di quell’opera. Punto.

Presone atto Pizzarotti ha continuato a fare il Sindaco, con un approccio pragmatico che mal si concilia con una visione quasi manichea del fare politica che spesso alberga tra i pentastellati.

Anche per questo gli sono state precluse occasioni di visibilità, anche dopo che lo stesso movimento aveva tolto l’embargo alla presenza di suoi esponenti sui media televisivi.

Ora sarà interessante vedere come, a tre settimane dal voto delle comunali, il Direttorio e la Casaleggio riusciranno a gestire questa grana.

Perché una cosa è chiara: la partita non sarà indolore.

Ricordiamo infatti che in due grandi città (Torino e Roma) i candidati 5 Stelle hanno la possibilità concreta di raggiungere il traguardo del ballottaggio.

Per poi aspirare a vincere al secondo turno.

Se il trend di consensi rimane inalterato e se il Movimento comunica in modo univoco.

Se, al contrario, prevalgono polemiche e divisioni interne, il rischio è che l’elettorato ne esca disorientato.

E, con la posta in gioco, è quello che i 5 Stelle dovrebbero evitare.

Ma un altro elemento emerge in modo palese.

Governare (uno Stato o una città) è un’arte complicatissima.

La realtà quotidiana è spesso molto più complessa di quello che si possa immaginare stando all’opposizione.

E quindi, forse, alcuni meccanismi decisionali del Movimento andrebbero rivisti. Pur senza snaturare la voglia di essere “altro” rispetto ai partiti politici tradizionali.

 

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