Ancora qualche commento sui dati relativi agli ultimi sondaggi politico elettorali relativi alle elezioni comunali, che si svolgeranno ormai tra meno di due settimane.
Come campione di riferimento questa volta prendiamo gli ultimi due presenti sul sito ufficiale, gestito dalla Presidenza del Consiglio dove, per legge, devono essere depositati i sondaggi destinati alla pubblicazione o comunque a una diffusione al pubblico.
Ovviamente prendiamo in considerazione le città comparabili, cioè i Comuni in cui entrambi gli Istituti di ricerca hanno interpellato un campione rappresentativo di elettori.
Partiamo da Torino.
Piero Fassino, sindaco uscente, è nettamente in testa.
Lontano comunque dalla vittoria al primo turno.
Segue Chiara Appendino, la candidata del Movimento 5 Stelle.
Quello che desta una certa impressione è l’ampiezza del suo consenso tra le rilevazioni dei due sondaggi: 23% secondo Demos, 29% secondo IPR Marketing. Un delta del 6% che non è poco. Soprattutto in termini politici.
Tutti gli altri candidati sono al di sotto del 10%.
Il centro destra, che si presenta diviso, comunque, anche sommando i voti dei due candidati, non otterrebbe un consenso tale da raggiungere il ballottaggio.
Milano. Anche i questo caso non mancano le sorprese.
Per Demos il candidato del PD Beppe Sala è in testa con un vantaggio di 3,5 punti su Stefano Parisi, candidato del centro destra.
Per IPR Marketing invece i due sono appaiati.
Così come è rilevante la differenza di consensi fatta registrare dal candidato grillino Corrado.
Roma.
I due sondaggi sono quasi identici nel fotografare i consensi attorno a Virginia Raggi, candidata dei 5 Stelle e Roberto Giachetti (PD).
Cambiano radicalmente i dati di Marchini e Fassina.
Demos attribuisce a Marchini un penalizzante 11% dei consensi. Mentre a Fassina un 8% che rappresenterebbe un traguardo inaspettato per il candidato di Sel – Sinistra Italiana.
Diametralmente opposto invece l’andamento fatto registrare da IPR Marketing. Con Marchini al 19%, molto vicino al 21% attribuito a Giorgia Meloni. Mentre Fassina avrebbe “solo” un 4%.
Un dato invece è innegabile. Se il centro destra fosse stato unito sarebbe sicuro di andare al ballottaggio. Così invece rischia l’esclusione di entrambi i candidati.
Infine Napoli.
In questa città di dati sono molto discordanti.
Per tutti i candidati.
12% per De Magistris (comunque primo);
3,3% per Lettieri (comunque secondo)
3,6% per la Valente
e quasi il 4% per il candidato 5 Stelle Brambilla.
Un bel rebus, dunque.
Alla fine decideranno gli elettori. Ma sarà interessante confrontare i dati reali con quelli fotografati dai sondaggi anche per capire eventuali spostamenti d’opinione.
Ormai manca poco…
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