Openpolis ha appena pubblicato un mini dossier che analizza i bilanci dei principali partiti italiani dell’ultimo biennio.
La fine infatti del finanziamento pubblico, attraverso l’abbandono graduale del meccanismo dei rimborsi elettorali, ha determinato la necessità di ridurre la capacità di spesa del sistema politico.
Il dossier è molto chiaro perché permette un confronto tra i singoli partiti ma offre allo stesso tempo una visione di sistema.
Ad esempio mostra come la “scure” dei tagli si è abbattuta principalmente sull’acquisto di beni e servizi e sui contributi alle altre associazioni (leggasi partiti europei o realtà locali).
I partiti italiani, nel loro complesso, nel 2014 hanno ridotto le spese di un 44-45% rispetto all’anno prima.
Non solo, ma anche le voci che sembrano essere in controtendenza come quelle del personale …crescono solo perché aumentano le uscite destinate al trattamento di di fine rapporto e trattamenti in quiescenza.
Una cura dimagrante serrata, dunque.
Ma lo sforzo non può concentrarsi solo sul lato delle spese.
Perché è sulla strutturazione di nuove forme di finanziamento il terreno su cui i partiti dovranno concentrare i loro sforzi.
Anche in questo caso i dati raccolti sono molto rilevanti.
Ma, come sottolinea il dossier, il quadro, per essere completo, deve tenere conto anche dei bilanci di fondazioni e think tank, collegate ai partiti o a loro esponenti, e sui bilanci dei gruppi parlamentari.
Tutti pezzi fondamentali per ricostruire la relazione tra il potere politico e chi lo finanzia.
Lo studio è molto ben fatto.
E fotografa quanto sta accadendo.
Stiamo infatti assistendo ad un cambiamento epocale del nostro sistema politico.
Alla fine del quale avremo, forse, nuovi modelli organizzativi della forma partito e, quindi un diverso modo di interpretare l’azione politica.
Oltre che sui link sopra indicati il dossier lo trova anche qui.
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