Questa mattina, il Commissario Europeo inglese Jonathan Hill, si è dimesso dal suo incarico.
Un atto importante e non scontato.
Perché leggendo i giornali di oggi sembrerebbe che il Governo Britannico voglia attendere mesi (si parla di ottobre) prima di attivare la procedura di uscita prevista dall’articolo 50 dei Trattati.
E’ evidente l’imbarazzo politico in cui si è venuto a trovare.
Il Premier Cameron è dimissionario, le leadership dei vari partiti confuse, i media increduli, l’opinione pubblica sotto shock.
Ci vorrà del tempo per metabolizzare quanto accaduto.
Ma quello che le Istituzioni Europee NON possono permettersi è di rimanere impantanate in una situazione poco chiara.
Gli inglesi hanno dato all’Unione uno schiaffo bello forte.
Porgere l’altra guancia, assecondando tempi lunghi dettati da necessità politiche interne, significherebbe mostrare un’Europa ancora più debole.
Serve una chiara risposta politica unitaria, senza fughe in avanti da parte dei singoli paesi.
In tempi brevi.
I negoziati per l’uscita del Regno Unito devo iniziare al più presto.
Perché altrimenti il lavoro delle Istituzioni Europee sarebbe ulteriormente rallentato, con pesanti danni alla capacità di azione politica dell’Unione.
Mostrarsi deboli, confusi, indecisi, sarebbe la peggior risposta all’esito del referendum. Rafforzando il fronte dei detrattori.
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