La scorsa settimana Bianca e Lavinia, in vacanza al mare sul litorale laziale, si sono ammalate.
Nulla di grave. La classica freddata estiva, dovuta a qualche repentino cambio di temperatura a cui sono state sottoposte dalle manie igieniche della controparte. Comunque: tosse da camionista e febbre alta che hanno reso ancora più amabile il loro carattere. Dolce e mansueto come quello di tutte le appartenenti all’universo femminile.
Come diciamo a Roma…. “je rodeva a mille”.
Costringendomi così a disertare, per la prima volta dopo tanti anni, l’Assemblea elettiva della FERPI.
Come già detto, io sostenevo Eliana Lanza.
L’Assemblea ha deciso, con ampia maggioranza, per l’altro candidato, Pier Donato Vercellone.
Una decisione chiara che permette al nuovo Presidente di guidare la Ferpi, senza problemi interni, in un periodo particolare.
L’associazione infatti, al pari della stragrande maggioranza dei corpi sociali, vive la crisi di rappresentanza ormai da anni.
Gli “incentivi selettivi”, per dirla alla Olson, non sono percepiti, dal momento che i soci non aumentano significativamente nonostante gli sforzi e le risorse (temporali ed economiche) che da oltre un decennio tutti i Presidenti che si sono succeduti hanno profuso.
Ognuno con il suo stile e con le sue possibilità.
Con il paradosso che spesso la leadership (non solo il Presidente, anche i membri del Consiglio Nazionale, delle Commissioni previste dallo Statuto, i titolari di deleghe “ad hoc”, i responsabili delle Delegazioni territoriali) ha assunto un ruolo autonomo rispetto alla membership (i singoli soci).
Far coincidere le due “agende”, i temi rilevanti e salienti per l’una e per l’altra, è un esercizio difficilissimo.
Ma, con la definizione del modello organizzativo più efficace, è la vera sfida dei prossimi anni.
Per tutti gli interessi organizzati, non solo per la FERPI.
Detto questo, da semplice socio, volevo comunque ringraziare Eliana per averci provato.
Il suo programma e la sua candidatura sono stati un elemento che ha arricchito il dibattito associativo.
Al di là di qualche tweet di dubbio gusto dei pasdaran di Vercellone.
Noi tre, fino all’ultimo, abbiamo sperato che ce la facessi.
Pazienza e ancora grazie!
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