Rottamatori, riformatori, continuisti, conservatori, nostalgici.
Comunque la pensiate, l’intervista a Clemente Mastella di Carmelo Caruso, pubblicata su L’Espresso, dovete leggerla.
Poesia pura.
Tono leggero per parlare di argomenti “profondi”.
Fin dalle prime righe.
Tramontare?
Ritornare.
A Benevento?
In provincia. E’ la provincia la mia Itaca.
Lei è l’eterno ritorno italiano. E’ come il caldo, il grande esodo, gli scioperi. Non crede di essere il passato che non passa?
Anche nella moda ci sono capi chiamati “continuativi”, che non vanno mai in saldo. E nella letteratura nessuno può chiedere ad Andrea Camilleri di non scrivere.
Si sente un classico?
Faccio parte del canone. In ogni italiano c’è un po’ Mastella.
Parlamentare per 9 legislature, sette partiti fondati, due volte al governo (Berlusconi e Prodi). Sindaco di Ceppaloni e, ora, neo sindaco di Benevento.
Un politico di lungo corso che ha attraversato la storia del nostro Paese degli ultimi 40 anni (la sua prima elezione in Parlamento risale al 1976).
Da comprimario prima, da protagonista poi.
Cambiando partito, coalizioni, alleati, compagni di strada.
Su di lui giudizi contrastanti.
Eppure sempre amato dal suo elettorato che non lo ha mai abbandonato.
In politica mi hanno sempre considerato un cafone, ma sono i cafoni che mi resuscitano sempre.
Infatti Mastella è stato più volte dato per morto (politicamente) ma è sempre risorto.
Anche dal sottoscritto. Quando infatti sono venuto a conoscenza della sua candidatura a Sindaco ho sorriso con sufficienza e ho pensato “ma figurati…”.
Quanto mi sbagliavo.
Un vero e proprio animale politico. Che a 69 anni ringiovanisce con le elezioni che “mi allungano la vita”.
Insomma l’intervista dovete leggerla. Tutta.
E poi godetevi questo video amatoriale.
La festa per la recente vittoria elettorale a Benevento.
A cui Mastella ha invitato come guest star i Cugini di campagna, con il loro pezzo forte: Anima mia.
Oltre…
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