La Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, la scorsa settimana, ha approvato un progetto di relazione presentato dal parlamentare Sven Giegold (Verdi) sulla “trasparenza, la responsabilità e l’integrità nelle istituzioni dell’UE“.
In sintesi, si tratta di un’iniziativa del Parlamento volta a disciplinare i rapporti con i lobbisti, che, una volta approvata dall’Assemblea, sarà poi inviata a Consiglio e Commissione.
Queste le principali novità:
– Divieto di accesso al PE per i lobbisti non registrati;
– L’Ufficio di Presidenza del PE è chiamato a predisporre la template per una “legislative footprint”, da compilare su base volontaria, contenente i dettagli di tutti i lobbisti che i responsabili di un particolare fascicolo hanno incontrato nel procedimento di elaborazione di ogni relazione e che elenchi tutti i contributi scritti ricevuti;
– Restrizioni per i lobbisti / le organizzazioni che non collaborano con il PE in caso di indagini conoscitive e/o audizioni in commissione;
– Divieto per le organizzazioni – da inserire nel Codice di condotta – di assumere professionisti che non dichiarano esplicitamente gli interessi che rappresentano;
– I Presidenti di commissioni ed i MEPs con particolari responsabilità sui dossier sono chiamati ad un maggior livello di trasparenza nei loro contatti con i lobbisti, fuori e dentro al PE, con un invito ad incontrare solo i gruppi di interesse registrati e a pubblicare gli incontri online;
– Estensione a tre anni del c.d “cooling-off period” per gli ex Commissari;
– Pubblicazione dei documenti discussi nel corso dei triloghi ed in generale nei contatti informali tra le tre istituzioni (PE, Commissione e Consiglio).
Nella sostanza un buon testo che riforma sostanzialmente (in meglio) la normativa europea sulla rappresentanza dei gruppi d’interesse.
E che per questo, se approvato, potrebbe essere preso anche come punto di riferimento dal nostro legislatore nazionale.
Sempre che ne abbia voglia….
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