In tre giorni, la petizione on line a sostegno di Milena Gabanelli, lanciata dal quotidiano Il Fatto, ha raggiunto 100.000 firme di adesione.
Un numero senza dubbio rilevante.
Per i distratti.
Milena Gabanelli, ex autrice e conduttrice di Report, aveva ottenuto l’incarico dall’ex Direttore Generale Campo dall’Orto di ideare, creare e dirigere IL portale d’informazione della Rai.
Un progetto senza dubbio ambizioso su cui la giornalista ha lavorato per qualche mese.
Tale progetto è stato sostanzialmente rivisto dal nuovo direttore generale Mario Orfeo che, con il Consiglio di Amministrazione della RAI, ha proposto alla Gabanelli la condirezione, a fianco di Antonio Di Bella, di Rainews 24 con delega allo sviluppo al Web.
Proposta che la giornalista ha rifiutato con una serie di serie motivazioni, mettendosi in aspettativa non retribuita in attesa che si creino le condizioni per lo sviluppo del “suo” progetto.
Polemiche a non finire, soprattutto sul fronte politico in cui tutti i partiti sono intervenuti o a sostegno della giornalista o appoggiando il CDA della RAI.
Ovviamente non ho titolo per esprimere la nostra opinione: non abbiamo conoscenza diretta di quello che accade a Viale Mazzini.
Nè mi interessa seguire le ricostruzioni “dietro le quinte” che in questi giorni trovate su tutti i giornali.
Ma un’osservazione mi sento di farla.
Quando i partiti cominciano a intervenire e a dividersi su ruoli, compensi, titoli e funzioni di giornalisti della TV pubblica… è già una sconfitta.
Per tutti.
Perché vuol dire che, la tanto decantata, auspicata e promessa autonomia della RAI è ancora una chimera, un sogno forse irraggiungibile.
Nonostante le roboanti dichiarazioni di tutte le forze politiche che sostengono, da anni, che i “partiti devono essere tenuti fuori dall’azienda pubblica”.
Da questo punto di vista siamo ancora all’anno zero.
E la vicenda Gabanelli, indipendentemente da come si concluderà, ne è la plastica rappresentazione.
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