Venerdì scorso ero a Genova, per partecipare ad un Convegno su Giornalismo, Innovazione, Democrazia.
Dedicato a Franco Carlini, una delle persone più interessanti, curiose, competenti e rigorose che abbia avuto la fortuna di conoscere.
La mattinata è volata via. Letteralmente.
Temi ed interventi variegati ma tutti molto interessanti: dalle fake news al data journalism, dall’uso di piattaforme per tutelare l’anonimato delle fonti alla raccolta e alla visualizzazione di dati ed informazioni, dalle metafore ai fumetti come strumenti per un più efficace storytelling.
Il compito che mi mi era stato assegnato dagli organizzatori (tutti ex collaboratori di Carlini) era quello di ricordare Franco ed introdurre il relatore finale (Elisabetta Tola di formiche blu, anche lei bravissima).
Insomma un ruolo a metà tra Sabina Ciuffini e Filippa Lagerback.
Il fatto che io, lobbista che per anni ha rappresentato interessi e posizioni su cui Franco era assolutamente contrario, fossi lì a parlare, era la dimostrazione di quanto la sua personalità fosse “eccezionale” e fuori dagli schemi.
Nel corso degli anni ho avuto con Franco lunghissime discussioni, a volte anche aspre, ma sempre contraddistinte dal profondo rispetto reciproco.
Ed ogni volta mi sono arricchito imparando qualcosa
Ricordo ancora oggi una chiacchierata su Napster. In cui Franco, con gentile fermezza, mi sollecitava a riflettere non tanto sugli aspetti tecnologici quanto sugli effetti dirompenti che l’approccio peer to peer avrebbe generato sull’ecosistema digitale.
O, ancora, una lunghissima litigata a tre:
io da una parte, e Franco e Toni Muzi Falconi (non a caso uno dei relatori al convegno di Genova) dall’altra, sul ruolo della comunicazione del governo Blair a sostegno dell’invasione dell’Iraq.
In questi anni sono molti i temi sui quali avrei voluto avere la sua opinione, la sua visione, il conforto della sua competenza.
Alcuni tra i tanti: l’impatto degli algoritmi sul rafforzamento delle bolle cognitive e quindi gli effetti della c.d. “bubble democracy”, il ruolo dei social media sul dibattito pubblico e sui risultati elettorali, la ridefinizione del campo mediatico ad opera della disintermediazione.
In aereo per Genova, leggendo un libro bellissimo (The death of expertise) mi sono accorto che ogni capitolo sarebbe diventato un tema per le nostre lunghe chiacchierate.
A me, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, Franco Carlini continua a mancare molto.
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