Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 07/11/2011 & archiviato in Presentazioni SporcoLobbista

Al Senato, Roma 3 novembre #3

Il pubblico

La prima domanda per gli ospiti partiva dall’attualità. Con la sensazione diffusa di essere arrivati alla fine di un ciclo, economico e politico

Francesco Giavazzi in un recente articolo sul Corriere della Sera ha enfatizzato la scelta di Marchionne di uscire da Confindustria come una spinta decisiva verso un nuovo sistema di rappresentanza.

Uno dei punti centrali della mia analisi nel libro è la crisi dei punti di riferimento classici all’interno della nostra società che coincide, a mio modo di vedere, con la crisi della rappresentatività dei c.d. corpi intermedi:
– partiti
– associazioni di categoria
– Confindustria da un lato e Sindacati dall’altro

Di fronte al depotenziamento di questi soggetti, che in passato avevano quasi un monopolio della rappresentanza, la politica come e dove trova i suoi interlocutori per prendere la decisione?

I senatori Maurizio Castro e Francesco Rutelli

Seconda domanda.

Parliamo tanto di un’Italia bloccata.
Dalle rendite di posizione, dai pochi interessi consolidati rispetto agli altri.
Anzi nella vulgata sono proprio le lobbies a bloccare il processo.
Mentre in realtà semmai è un atteggiamento, una prassi del nostro decisore.
Per utilizzare dei termini anglosassoni si pensa prima di tutto agli “incumbent” e meno ai “newcomer”.

L’esempio che ho citato nel libro sono le liberalizzazioni di Bersani.
Anche in quel caso il governo non attiva i gruppi di interesse potenzialmente favorevoli al processo di liberalizzazione.

Al contrario dell’esempio americano o anche inglese dove il decisore non si limita a subire la pressione dei gruppi ma li attiva a proprio sostegno.

Francesco Ferrante

Perchè in Italia questo non accade?

Perchè non si comprende che la società è molto più frammentata e complessa rispetto alla “rappresentazione” che ne viene fatta?

Prendo appunti

Terza domanda.

Parliamo di federalismo.
Anche se può sembrare strano detto da un romano uno dei meriti del sistema dei partiti e della Lega in primo luogo è quello di aver introdotto questo termine nel vocabolario politico istituzionale del nostro Paese.
Tutti ormai siamo federalisti, tutti VOI siete federalisti.
Ora questo processo merita forse una riflessione più approfondita.
Non parlo solo del fattore Nimby (spiegazione)
Parlo di un processo di autonomizzazione delle realtà locali rispetto al “centro”. Che riguarda non solo, ad esempio, le associazioni (vedi Legambiente nazionale e i circoli locali) ma anche i partiti politici.
Dove vige un vero e proprio sistema “duale”
A Roma si sostengono delle posizioni ma a livello locale queste vengono spesso “stravolte” dagli esponenti dello stesso partito impegnati ad intercettare il consenso elettorale.
Con il risultato che ai gruppi d’interesse spesso vengono a mancare dei punti di riferimento.
Come ne usciamo?
Non è il caso di ripensare ad alcuni aspetti di questo assetto magari riportando alcuni temi al “centro”?
Oppure andare avanti dando una vera attuazione al federalismo fiscale, perchè senza risorse il federalismo ha poco senso?

I relatori

Infine l’ultima domanda.

Il libro si chiude con un auspicio spero non velleitario.
Siamo tutti molto stanchi, a volte disillusi eppure ma al tempo stesso si scorgono dei segnali di cambiamento nella nostra società
C’è una nuova voglia di partecipazione, di fare politica anche al di fuori dei partiti.
Il caso del referendum sull’acqua ne è forse l’ultimo esempio.

Le ricette del lobbista:
– nuova legge elettorale;
– seria legge sui conflitti d’interesse;
– introduzione del principio di Accountability (che significa responsabilità nelle scelte politiche e amministrative – trasparenza – controllo e verifica diffuso);
– una legge sul finanziamento della politica
– una normativa sul riconoscimento del lobbying

In questo modo si avrebbe un contesto politico ed istituzionale più sano.
Ed un società forse più libera perchè aperta alla competizione proprio dei gruppi di cittadini che si aggregano in maniera flessibile per chiedere che i loro interessi (economici, pubblici, di settore) siano presi in considerazione dalle istituzioni.

Condividete questa impostazione?

Nei prossimi giorni dovremmo avere dal Senato la registrazione audio e video del Convegno che metteremo velocemente on line al fine di permettere a chi interessato di apprezzare le risposte di tre relatori.

Concludendo....

 

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