Quasi sempre fuori dal coro, Alastair Campbell.
In questo post si sofferma sulla scelta del premier inglese David Cameron di dare il via al raid disastroso delle forze speciali inglesi per liberare due ostaggi in Nigeria.
Che, come tutti sapete, si è concluso con la morte degli stessi, uno dei quali il nostro connazionale Franco Lamolinara.
Il fallimento del blitz ha suscitato aspre polemiche da parte di tutto il mondo politico italiano nei confronti della Gran Bretagna, dal momento che il nostro governo non era stato informato della decisione di usare la forza per liberare gli ostaggi.
Giustamente la famiglia Lamolinara ha chiesto che sia fatta chiarezza. E questo il nostro Paese, come minimo, glielo deve.
Nei prossimi giorni il nostro Ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata incontrerà il suo omologo inglese per cercare di chiarire i tanti punti oscuri e soprattutto comprendere le motivazioni del mancato coinvolgimento del governo italiano.
Campbell, nel suo post, difende le scelte di Cameron anche quella di non avvisare il Presidente del Consiglio italiano. Con delle motivazioni poco convincenti (la mancanza di tempo, la difficoltà di trovare gli interlocutori, l’esigenza di riservatezza).
Ma quello che mi ha colpito del suo post è quando tratteggia la solitudine della leadership quando si trova ad affrontare delle scelte che possono mettere a repentaglio la vita di persone.
Ripercorrendo i tempi passati a Downing Street con Tony Blair, scrive:
I remember once leaving Tony Blair in his sitting room, shortly after he had authorised a special forces operation, as I prepared to head home. As I reached the door, I looked back and Tony was sitting there, clearly thinking he was alone now, and he was a picture of loneliness and worry.
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