I risultati del primo turno delle elezioni amministrative permettono al Governo Letta di respirare.
I timori della vigilia erano per il materializzarsi di alcuni scenari che avrebbero reso molto più difficoltoso il cammino da poco iniziato, che riassumo brevemente.
Scenario 1
– tracollo del PD;
– vittoria del PDL.
In questo caso il baricentro politico si sarebbe spostato a favore del partito di Berlusconi che avrebbe avuto, a questo punto, il potere di “staccare la spina” a suo piacimento.
Scenario 2
– alta astensione;
– movimento 5 Stelle sopra il 18%.
Indipendentemente dalla variabile 1, il governo delle “larghe intese” avrebbe assunto la fisionomia del “fortino assediato” di buzzatiana memoria. Magari più coeso ma con la consapevolezza che “lì fuori” i cittadini/elettori stavano guardandosi altrove.
Scenario 3
– perdono PD/PDL;
– vincono in maniera quantitativamente e qualitativamente diversa le altre forze d’opposizione “classica” (SEL e Lega);
– movimento 5Stelle sopra il 18%.
Scenario da incubo: con il Governo Letta, di fatto, minoritario nel Paese.
I risultati elettorali invece sono stati, in parte, diversi.
1) altissima astensione. Hanno votato il 62% degli elettori contro il 77% delle elezioni precedenti. Con punte come a Roma in cui ha votato solo un elettore su 2 (52%).
2) Nelle 16 citta capoluogo di provincia il Centro sinistra se ne aggiudica 5 al primo turno. Confermandosi a Sondrio, Vicenza e Pisa e conquistando Isernia (precedente amministrazione di centro destra) e Massa (predcedente giunta di estrema sinistra).
3) in dieci città si va al ballottagio con il CS in vantaggio: Brescia, Lodi, Imperia, Treviso, Siena, Ancona, Viterbo, Roma, Barletta e Iglesias.
Alcune annotazioni. A Treviso il sindaco “sceriffo” Gentilini, monarca assoluto per quasi 20 anni, è staccato di 8 punti percentuali. A Siena, la citta del Monte dei Paschi, il PD, sia pure costretto dopo 20 anni al balottaggio, ottiene comunque un buon risultato: il diretto concorrente è a 16 punti percentuali. A Barletta il candidato PD, Pasquale Cascella, ex portavoce del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ottiene il 43% , con un margine del 17% sul suo inseguitore.
Infine a Roma, dove l”anomalo” Ignazio Marino stacca il Sindaco uscente Alemanno. Questa volta il recupero, se pur possibile, è molto difficile.
4) Ad Avellino si andrà al ballottaggio tra un candidato di centro e uno di centro sinistra.
Quindi, al netto dell’astensione (su cui torno dopo):
– ritorno del bipolarismo. Il voto si concentra sui due maggiori partiti, PD e PDL.
– il PD ottiene un buon risultato, al di là delle aspettative. Citando Debora Serracchiani, i candidati del PD vincono nonostante gli affanni del partito.
– il PDL arranca. Non capitalizza il buon risultato delle politiche.
– la Lega arretra confermando tutte le sue attuali difficoltà. Per Maroni, leader del Partito e Presidente della Regione Lombardia, è il tempo delle scelte. Continuare così non porta consensi.
Con questi dati, il Governo “respira”.
Le spinte centrifughe si riducono, così come le pulsioni elettorali di una parte del PDL.
Si conferma quandi una “finestra” temporale di almeno un anno entro cui declinare e sviluppare una serie di provvedimenti.
Commento a parte merita il risultato del Movimento 5 Stelle e quello sull’alta astensione, che, a mio avviso, sono strettamente correlati.
I “grillini” deludono. Non portano al ballattoggio nessuno dei loro candidati. E’ vero che le elezioni amministrative sono tutt’altra cosa rispetto alle politiche, ma non dimentichiamoci che l’effetto tsunami è partito dalle elezioni di Parma con l’elezione del grillino Pizzarotti.
Se quindi, alle ultime politiche, molti delusi si sono comunque recati alle urne per votare i 5 Stelle, questa volta hanno deciso che non ne valeva la pena. E si sono astenuti.
Proprio l’alto livello dell’astensionismo, ripetiamolo il 38%, dovrebbe aprire, all’interno del sistema politico, una profonda riflessione sulla crisi della rappresentanza.Con un ulteriore paradosso: Roma, la città con la più alta astensione è stata quella che haavuto il più alto tasso di offerta politica: 19 candidati alla poltrona di sindaco appoggiati da 40 liste (se ho contato bene…).
È questa, tra le tante, la vera sfida. Riconquistare la fiducia dei cittadini/elettori.
Crogiolarsi nei buoni risultati in termini percentuali non solo non è utile, ma rischia di essere fuorviante e quindi pericoloso.
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