Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 02/07/2013 & archiviato in In evidenza, Lobbying, Politica

Lobbying dei diritti

Sulla sentenza della Corte Suprema americana, che ha aperto alla possibilità giuridica di matrimoni tra persone dello stesso sesso, se ne è discusso a lungo e se ne parlerà ancora per molto tempo.

Quello che mi interessa è cercare di analizzare la vicenda dal punto di vista lobbistico.

Partendo da:

  1. l’oggetto giuridico;
  2. il contesto politico;
  3. i gruppi d’interesse attivi sul tema.

1. L’oggetto giuridico.

La Corte era chiamata ad esprimersi sulla validità costituzionale di una legge federale del 1996: il DOMA (Defense of Marriage Act), realisticamente accettata dal Presidente democratico Bill Clinton e votata da un’ampia maggioranza bipartisan.

In estrema sintesi: la legge determinava che, a livello federale, il matrimonio era da intendersi come un vicolo tra persone di sesso diverso. Questo comportava che alcuni riconoscimenti “automatici” tra Stato e Stato non potessero valere per le coppie omosessuali.

Negli anni alcuni Stati hanno riconosciuto a tutti gli effetti il matrimonio omosessuale e questo ha incrementato il numero di ricorsi contro il DOMA.

In questa occasione, l’Amministrazione Obama, rappresentata dai suoi avvocati, per la prima volta NON ha difeso il DOMA, anzi ne ha sostenuto l’incostituzionalità.

Era uno dei temi su cui il Presidente si era impegnato in campagna elettorale.

La Corte Suprema ha dichiarato la legge incostituzionale. Quindi i matrimoni omosessuali, celebrati in quegli Stati in cui sono permessi, hanno valore per il governo federale in tutti gli Stati. Anche in quelli in cui non sono previsti dalla normativa.

Parallelamente la Corte è intervenuta sulla legislazione della California decretando la contrarietà al dettato costitizionale del divieto di matrimoni omosessuali.

Una sentenza che sicuramente segna una svolta nel riconoscimento di alcuni diritti delle coppie dello stesso sesso.

Qui il video che mostra l’entusiasmo degli attivisti quando conoscono l’esito della decisione della Corte Suprema.

 

Qui invece il video di Organizing For Action, il gruppo a sostegno della Presidenza Obama. Giustamente celebrativo.

 

2. Il contesto politico

Rispetto al 1996 (anno di approvazione del DOMA), il contesto politico americano è molto cambiato. In quell’anno nessuno degli Stati conteplava la possibilità di matrimoni omosessuali.

Ad oggi, invece, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è riconosciuto in 13 Stati in cui vive il 30% della popolazione statunitense.

Percentuale che sale al 50% se aggiungiamo gli Stati che prevedono una forma di riconoscimento diversa da quella del matrimonio, ad esempio le unioni civili.

Numeri dunque elevati, che segnalano certamente un cambiamento di atteggiamento dell’opinione pubblica su di un tema fortemente controverso.

Dal punto di vista degli equilibri al Congresso, è indubbio che la stragrande maggioranza dei democratici sostiene i gruppi che si battono per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali; al contrario dei repubblicani, strenui sostenitori delle istanze più tradizionaliste.

Il tema dunque NON assume un carattere bipartisan. Ma divide nettamente in due gli schieramenti contrapposti.

3. I gruppi d’interesse

La coalizione LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual & Transgender) è variegata e composta da una molteplicità di soggetti.

Dal sito Opensecrets.org i più attivi sono: Council for Global Equality; Family Equality Council; Freedom to Marry Action; Gay Lesbian & Straight Education Network; GLSEN; Human Right Campaign.

L’investimento complessivo in attività di lobbying è stato, nel 2012, di circa e 2 milioni e trecentomila dollari.

I gruppi, che al contrario, sostengono invece il matrimonio esterosessuale sono:

Christian Coalition; National Organization for Marriage; the Women Concerned for America ed infine l’Heritage Action for America.

Di questi non sono riuscito a trovare i dati aggregati degli investimenti in lobbying per comparare l’attività dei due schieramenti.

Il futuro

Al di là degli entusiasmi, molti commentatori sostengono che la strada per un reale e completo riconoscimento dei diritti degli omosessuali sia ancora lunga.

Certo la sentenza della Corte Suprema è un vero e proprio macigno nello stagno della politica americana. Da cui è difficile, se non impossibile, tornare indietro.

Ma, ad esempio, sui luoghi di lavoro le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale (quasi mai esplicite ma reali) sono ancora molte e diffuse su tutto il territorio nazionale.

Inoltre, i gruppi d’interesse contrari ai matrimoni omosessuali stanno riorganizzando le proprie fila.

Brian Brown, Presidente del National Organization for Marriage, che negli ultimi quattro anni è stata la loro voce ed il loro volto, promette una battaglia senza quartiere…

130626_POL_BrianBrown.jpg.CROP.rectangle3-large

Post correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

*