Settimane intense dal punto di vista personale e professionale.
Che mi hanno portato a trascurare questo personalissimo spazio di riflessione.
Riprendiamo con qualche annotazione in ordine sparso.
Le elezioni europee e il Governo Renzi.
Sul risultato elettorale si è già detto tutto.
Renzi archivia un risultato storico dal punto di vista delle percentuali (un PD oltre il 40% non si era mai visto) e numerico (un milione sotto al PD di Veltroni delle elezioni politiche del 2008 dove però aveva votato l’80% e non il 58% come a queste ultime europee).
Ieri mi ha fatto una certa impressione vedere il premier, in diretta Sky, che si recava a piedi da Palazzo Chigi a Piazza Venezia per le celebrazioni del 2 giugno.
Ha ricevuto applausi, strette di mano, incoraggiamenti, richieste di selfie, ecc. ecc.
E’ evidente che Renzi ha saputo, prima di altri, percepire l’urgenza del cambiamento.
E dimostrare, con atti politici ad alto valore simbolico, che il suo Governo ha un altro passo rispetto a quelli del passato.
Gli 80 euro in busta paga, il cronoprogramma delle riforme, il decreto sul lavoro, quello “sblocca Italia” in cantiere, i tagli alla RAI.
Alcuni di questi atti sono stati compresi dall’elettorato, che lo ha voluto premiare.
Al contrario di Grillo che si è limitato alla sola denuncia (legittima) ma che non ha saputo offrire una valida alternativa al progetto PD.
Il leader pentastellato ha condotto la sua compagna elettorale in modo identico a quella dello scorso anno. Il (suo) problema è che questa volta uno dei suoi avversari era del tutto nuovo.
Agli elettori non basta più la semplice denuncia urlata: vogliono sapere e conoscere come si ottiene il tanto vagheggiato cambiamento.
Il centro destra vive una crisi identitaria. Nel complesso rappresenta ancora oltre il 30% dell’elettorato che è andato a votare. Più i molti dei suoi che questa volta hanno disertato le urne.
In quel campo politico occorre ritrovare le modalità per allearsi e “stare insieme” per costruire una valida e coesa coalizione alternativa al PD.
Viste le polemiche anche di queste ultime ore, i tempi sembrano allungarsi.
Tutto in movimento, dunque.
Le elezioni ci hanno restituito un Governo più forte in Italia ed in Europa.
Con un però.
Renzi ha deciso di giocarsi molto puntando sulla ripresa economica. Gran parte delle coperture dei suoi provvedimenti potranno essere agevolmente trovate se il PIL comincia a crescere.
Ma se questa condizione non si verifica saranno dolori. E non solo per il Governo.
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