Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 03/03/2016 & archiviato in In evidenza, Lobbying, Politica

Dal Family day al Family Italia

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Archiviato il ddl Cirinnà sulle Unione Civili, in attesa della ripresa della discussione e della conseguente approvazione alla Camera dei Deputati, i movimenti cattolici si stanno riorganizzando.

Anche perché la battaglia si sta spostando sul tema delle adozioni, argomento stralciato dal disegno di legge, ma che rimane nell’agenda politica.

E lo stanno facendo in modo coeso e intelligente, spostando la mobilitazione su un piano politico che ha un’orizzonte temporale  di medio e lungo termine.

Ieri si è svolto a Roma un incontro promosso dalla testata Intelligonews dove i rappresentati del Family day hanno esposto la loro strategia. Il testo dell’articolo è qui.

Tre aspetti importanti:

– scontro frontale con Renzi e il suo Governo;

– creazione quindi di comitati del NO alla riforma costituzionale in vista del referendum confermativo (tema centrale per il Presidente del Consiglio);

– appoggio alle prossime elezioni amministrative esclusivamente a politici che si siano dimostrati coerenti con i valori espressi dal Family day.

Quindi sostanzialmente si sta creando un insieme di interessi che ha l’ambizione di incidere NON episodicamente sulla politica italiana. E che si sta trasformando nella direzione indicata dal titolo del Convegno: dal Family day al Family Italia.

Per chi, come il sottoscritto, crede che il “fare politica” non debba e non possa essere relegato esclusivamente nei partiti, o delegato a questi ultimi, si tratta di una buona notizia.

La partecipazione alla vita pubblica passa anche attraverso l’impegno in gruppi di cui si condivide un interesse, uno scopo, un obiettivo.

L’esplosione della discussione pubblica sui temi etici ha forse riattivato un dibattito / scontro da troppi anni sopito e nascosto.

E questo è un bene per la democrazia.

Come è un bene che i cittadini si attivino direttamente, senza deleghe in bianco, per fare valere le proprie opinioni.

A mio avviso, l’errore che possono fare i promotori dell’iniziativa è costituirsi in partito politico.

Avrebbero molte più opzioni per incidere sull’agenda politica muovendosi come gruppo d’interesse, sviluppando quindi un’azione di lobbying e di advocacy per modificare norme esistenti o per impedirne l’approvazione di nuove.

 

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