Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 17/05/2016 & archiviato in In evidenza, Politica

I militanti dell’antipolitica

 

17/11/2008 CONVEGNO Elezioni americane, crisi finanziaria: il nuovo tempo della storia ORGANIZZATO DAL PD NELLA FOTO ANGELO PANEBIANCO

ANGELO PANEBIANCO

Oggi su Il Corriere della Sera trovate questo bellissimo articolo del Professor Angelo Panebianco.

Che analizza due “movimenti” antipolitici attualmente in azione nel nostro Paese.

Uno definito “rozzo”; l’altro “sofisticato”.

Il primo è portato avanti trasversalmente da movimenti / partiti politici.

Tutti ladri, tutti a casa. Senza proporre soluzioni che permettano di controllare chi è eletto, in modo trasparente e quindi stringente.

L’ideologia di fondo è quella di “negare alla politica qualsiasi autonomia” dal momento che si sostiene che “i politici sono cittadini come tutti gli altri”.

Cosa assolutamente falsa: un cittadino comune rappresenta solo se stesso ed è responsabile solo per se stesso. Un politico eletto in una democrazia rappresenta altri ed è responsabile per loro.

Un approccio dunque rozzo. Anche perché da coloro che lo mettono in pratica:

[…] non si può pretendere che comprendano che morale comune e morale politica sono spesso coincidenti ma talvolta non lo sono. Fiat iustitia et pereat mundus, sia fatta la giustizia anche costo che il mondo vada in rovina, può essere la massima a cui si ispira la vita di un sant’uomo ma non può guidare chi ha la responsabilità di tutelare una collettività, per la quale la “salvezza del popolo” (della repubblica) è il primo principio a cui il suo ruolo gli impone di attenersi.

Da applausi.

Ma c’è un altro movimento che nega, anch’esso, l’autonomia della politica.Che è portato avanti da un cospicuo nucleo di magistrati che interpreta la propria funzione in modo “militante”.

Secondo costoro la politica deve essere ancella del diritto.

Non ovviamente delle leggi ordinarie, prodotte dalla politica sulla base di scelte politiche.

Ma della nostra Costituzione che per questo deve restare un punto di riferimento immutato ed intagibile.

Ecco che dunque il vincolo costituzionale viene interpretato (dalla Corte e dalla magistratura ordinaria) in modo sempre più stringente “con continue invasioni di campo”.

Proprio perché non si riconosce alcuna autonomia alla politica.

Da leggere.

 

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