Oggi Il Fatto Quotidiano pubblica questo articolo di Stefano Feltri sui problemi creati dall’introduzione nel nostro ordinamento del reato di traffico di influenze illecito senza qualificare l’attività di lobbying.
Lo diciamo da anni, fin dalla discussione (2012) del provvedimento dell’allora Ministro della Giustizia Paola Severino.
Il reato è talmente vago da poter avere un ambito di applicazione indefinito e, al tempo stesso, difficile da dimostrare.
Anche Stefano Feltri, con stile giornalistico e quindi più immediato, dice le stesse cose.
C’è un passaggio nel suo articolo che “grida vendetta”.
Le società di lobbying chiedono una legge che superi questo caos e generi per loro rendite di posizione tipiche degli ordini professionali.
Non so con chi abbia parlato Feltri per costruirsi questa convinzione.
Sicuramente non con noi.
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