Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 09/05/2018 & archiviato in In evidenza, Personale

Le (in)utili elezioni.

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Il nostro centro studi spiega in modo chiaro ed esaustivo perché le elezioni a luglio o settembre,  senza modificare l’attuale legge elettorale, sono del tutto inutili.

Guardando alla distribuzione dei seggi in Parlamento.

Poi gli interessi e le motivazioni che possono spingere verso quella soluzione sono diversi e altri.

Attualmente alla colazione di centrodestra mancano 50 seggi alla Camera e 25 al Senato
Al M5S mancano 95 seggi alla Camera 50 al Senato.
PARTE MAGGIORITARIA DEL SISTEMA ELETTORALE
Il correttivo maggioritario costituito dai collegi uninominali è del tutto depotenziato dal fatto che centrodestra e M5S si sono divisi il paese a metà dal punto di vista geografico. Il Nord è del centrodestra ed il Sud è del M5S. Questo dato di fatto molto difficilmente cambierà alle prossime elezioni: il 4 marzo nelle regioni del Nord il centrodestra ha ottenuto 20 punti percentuali in più sia del Movimento 5 Stelle che del centrosinistra. Nelle regioni del Sud il Movimento 5 Stelle ha ottenuto 15 punti in più del centrodestra. Sono dati che difficilmente possono essere ribaltati in pochi mesi. Le zone del paese davvero contenbibili sono pochissime: sostanzialmente Lazio, Marche e Abruzzo, e qualche seggio cittadino nelle grandi città.
Qualcosa potrebbe cambiare grazie ad un possibile (ma niente affatto scontato) ulteriore collasso del centrosinistra. Ma se anche dovesse verificarsi stiamo parlando di poca cosa: il 4 marzo il centrosinistra ha vinto 28 collegi alla Camera e 13 al Senato. Li ha vinti nella Zona Rossa (in alcune zone della Toscana e dell’Emilia) e nelle grandi città (Roma, Milano, Torino). Potrebbero essere decisivi ma bisognerebbe che il collasso si verificasse davvero e che a derivarne vantaggio fosse solo uno dei due altri poli…
PARTE PROPORZIONALE DEL SISTEMA ELETTORALE
In un quadro in cui il correttivo maggioritario non produce grosse differenze, perché i due partiti maggiori si spartiscono il paese a metà, resta decisiva la quota proporzionale. Qui il centrodestra parte da un vantaggio di 5 punti sul Movimento. A livello proporzionale, il 4 marzo, 5 punti hanno significato 20 seggi proporzionali in più alla Camera. Per ottenerne 50 in più Salvini dovrebbe ottenerer 12 punti percentuali in più del 37%, ovvero i 49% dei voti… Ipotizziamo per assurdo che il centrodestra si aggiudichi tutti e 28 i seggi uninominali del centrosinistra in questo caso gli servirebbe il 42%. Tornando su scenari più normali, servirà un cifra di circa il 45% dei voti. Fino a che il sud è giallo, è impossibile immaginare altro.
Insomma, tornando a votare, le probabilità di trovarsi un parlamento ancora monco sono altissime.

Grazie al Foglio.it che ci ha ospitato.

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