Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 27/09/2013 & archiviato in In evidenza, Lobbying

Crisi d’identità

Secondo The Hill, l’American League of Lobbyists, l’associazione maggiormente rappresentativa dei lobbisti americani, sta ipotizzando un cambiamento del proprio nome, eliminando il termine “Lobbyists”!

Notizia curiosa che merita un approfondimento.

Proprio coloro che dovrebbero difendere la reputazione di un’ampia comunità professionale si limitano a prendere atto che la L di lobbista è un marchio d’infamia paragonabile alla A di adultera della “Lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne?!?!?

Vi sarebbero alcuni motivi alla base di questa riflessione.

1): il numero dei lobbisti registrati è in continuo calo. La platea dei lobbisti ufficiali quindi sta, lentamente, diminuendo.

2) l’immagine negativa che la professione del lobbista ha nel panorama politico. Anche a causa delle restrizioni che l’amministrazione Obama ha fissato per ridurre il fenomeno delle “revolving doors” e cioè del passaggio da rappresentante dei gruppi d’interesse a membro del’Amministrazione statale e viceversa. Queste norme sarebbero fortemente limitanti per lo sviluppo professionale di molte persone. Ed è per questo che, sempre secondo The Hill, in molte agenzie di lobby sarebbe in atto un vero e scontro generazionale, con i nuovi professionisti che vorrebbero qualificare il proprio lavoro con un termine diverso.

3) il cambiamento della professione. Sempre più si sviluppano campagne di advocacy in cui il lobbying ha una funzione piuttosto residuale.

Dei vari motivi il terzo mi sembra il più serio, mentre i primi due mi sembrano più tattici, quindi legati alla realtà contingente.

Il dibattito è in atto. Ed è tutto da seguire.

 

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