Non sono un esperto di politica estera.
Per comprendere i riflessi della visita alla Casa Bianca del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, consiglio la lettura di questo articolo di Gianni Castellaneta, diplomatico di lungo corso, pubblicato oggi su Il Foglio.
Lo trovate qui.
In estrema sintesi.
L’endorsement di Obama alle riforme costituzionali volute dal Governo Renzi non era affatto scontato.
Se lo ha fatto, tra l’altro in occasione della sua ultima State dinner ci sono motivi politici ben precisi.
A Washington nessun pranzo è gratuito.
Per Castellaneta le ragioni politiche che stanno alla base della scelta della Presidenza americana, sono:
1) la stabilità politica italiana e quindi della stessa Eurozona, salvaguardando un Governo che, se anche non è riuscito a riattivare la crescita, ha comunque garantito appunto la stabilità;
2) la Brexit costringe gli USA a rivedere i rapporti con la Gran Bretagna che, se isolata e fuori dall’Europa, rischia di perdere il ruolo di partner privilegiato per gli americani;
3) questo ruolo non può essere assunto né dalla Francia, principale responsabile dell’affossamento del TTIP, il Trattato Transatlatico di libero scambio, né dalla Germania, la cui politica estera presenta degli elementi di ambiguità nelle relazioni con la Russia di Putin.
Ci sarebbe dunque spazio per il nostro Paese.
Anche se, come Castellaneta sottolinea più volte, le variabili sono ancora moltissime. E tra queste rientrano due appuntamenti non marginali: l’esito delle elezioni Presidenziali (8 novembre) e quello del Referendum sulla riforma costituzionale (4 dicembre).
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